La meditazione

Di seguito presenterò una breve introduzione ai concetti di meditazione e di mindfulness. Saranno proposti alcuni riferimenti scientifici per spiegare come si è arrivati anche in occidente a riconoscerne l’efficacia di tale pratica e i benefici che ne può trarre la persona nel perseguimento del suo benessere, in termini di conoscenza e consapevolezza personali e quali efficaci strumenti per ridurre lo stress con cui la vita ci confronta quotidianamente.

Quando pensiamo alla Meditazione, possiamo catalogarla come qualcosa di mistico orientale che in pratica non fa parte della nostra cultura. Invece era già usata nell’antica Grecia, Platone nel Simposio ci racconta che Socrate sapeva stare in meditazione, fermo, immobile, in piedi per un intero giorno: “Ed egli ci restò finché fu l’alba e il sole si fu levato: poi se ne andò via, dopo aver fatto la preghiera al sole”. Gli antichi romani hanno continuato l’usanza di meditare come “cura della propria persona”, il termine meditazione è giunto a noi direttamente da loro, viene dal verbo latino “meditatio”.

Mindfulness è la traduzione dalla lingua pali di “sati” che significa essenzialmente consapevolezza, attenzione focalizzata.
Il concetto di Mindfulness deriva dagli insegnamenti del Buddismo (Vipassanā), ma grazie all’opera del biologo molecolare americano Jon Kabat-Zinn , (si vedano, ad es., Kabat-Zinn,1990, 2006), questo modello è stato assimilato ed ora utilizzato come paradigma autonomo in alcune discipline mediche e psicoterapeutiche europee e d’oltre oceano (Fabrizio Didonna “Manuale clinico di mindfulness”).

Gli studi scientifici

Lo studio scientifico della meditazione, e della meditazione buddhista in particolare, è stato caratterizzato da uno straordinario sviluppo negli ultimi anni. A tale sviluppo hanno contribuito vari fattori, a partire dai primi esperimenti di meditazione degli anni settanta, quando Jon Kabat-Zinn fonda la Clinica per la Riduzione dello Stress in Massachussets, basata appunto sull’utilizzo della Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), quest’ultimo è poi stato coinvolto nella prima ricerca, 1999, sul protocollo (MBSR) dal neuroscienziato pionieristico, Richard J.Davidson (“La vita emotiva del cervello” pag. 287). Davidson si è impegnato molto nello studio degli effetti della meditazione sul cervello.
Altra svolta scientifica arriva alla fine degli anni ‘90, quando il Dalai Lama, da sempre interessato alla scienza, invitò neuroscienziati, fisici, matematici e studiosi di tutto il mondo, con lo scopo di far conoscere i monaci e le monache e studiarne le abitudini. A capo della delegazione, lo psicologo Daniel Goleman, che ha contribuito a diffondere le conoscenze sulla meditazione con il bestseller mondiale “Intelligenza emotiva” (1996), “Emozioni Distruttive” (Goleman e T.Gyatso (Dalai Lama), 2003) e “Emozioni che Fanno Guarire” (T.Gyatso e Goleman, 2009).
Il Dalai Lama è stato anche co-fondatore del Mind & Life Institute (http://www.mindandlife.org/) in collaborazione con Francisco Varela, filosofo, scienziato e praticante buddhista tibetano. Nel Mind & Life Institute lo stesso Richard J. Davidson e Jon Kabat-Zinn sono delle presenze importanti.
Il primo grande studio sulla meditazione è stato svolto su un lama tibetano con una solida formazione di ricerca di nome Mattieu Ricard, che grazie all’influenza del Dalai Lama si è presentato presso il laboratorio di Davidson nel 2011, dove si è sottoposto a quattro momenti meditativi (si veda “La vita emotiva del cervello” pag. 280). Per un approfondimento sugli studi scientifici puoi guardare: https://studiocounsellinggiordanosalvador.ch/wp-content/uploads/2021/05/document.png

Oggi giorno grazie a tutti gli studi fatti, possiamo affermare che la meditazione permette di cogliere, con maggiore prontezza, i nostri meccanismi di pensiero e l’insorgere di pensieri negativi che contribuiscono al malessere emotivo.
La nostra mente collega i pensieri negativi con le esperienze passate e le proietta verso il futuro portando ad amplificare gli stessi, che a loro volta alimentano i disagi emotivi. Questo meccanismo genera una spirale detta “ruminio mentale”.
La consapevolezza dei propri contenuti mentali e degli stili abituali di pensiero e detta capacità di automonitoraggio e permette una maggiore possibilità di cambiamento di tali contenuti.

“Quando la mente è quieta, il corpo la segue.”

Il “ruminio” mentale porta allo stress e attiva il sistema simpatico, questo a sua volta opera dei cambiamenti importanti per quella che considera un’emergenza in atto. La pressione sanguigna, il ritmo respiratorio e la velocità del metabolismo aumentano; anche la tensione muscolare aumenta e le onde cerebrali si fanno più frequenti e più intense. In media, si registra un aumento del 300-400% del flusso sanguigno in direzione dei muscoli delle braccia e delle gambe, e tutto questo per metterci realmente in condizione di lottare o di fuggire.
I buddisti, usano un termine meraviglioso per descrivere lo stato di caos mentale dovuto ad una forte agitazione, “papanca”, che tradotto letteralmente significa: “mente da scimmia”. Come le scimmie che balzano da un ramo all’altro dell’albero, spesso la nostra mente salta senza tregua da un pensiero all’altro. Quando una persona ha una “mente da scimmia”, l’eccessiva attività cerebrale può sovraccaricare il sistema simpatico, rendendogli difficile la concentrazione, l’apprendimento e il sonno.
Herbert Benson dell’università di Harvard, sostiene che la meditazione induce cambiamenti biochimici e fisici rilevanti, indicati nel loro insieme come “risposta di rilassamento”, che include cambiamenti nel metabolismo, nella frequenza cardiaca, nella respirazione, nella pressione sanguigna e in generale in tutta la chimica del cervello (http://www.lescienze.it/). Aumenta l’attività del sistema parasimpatico a scapito del sistema simpatico, in poche parole aiuta la mente e il corpo ad agire nelle situazioni della vita piuttosto che reagire.
La meditazione è nell’essenza, lo sforzo di riaddestrare l’attenzione.

Vedere anche la meditazione guidata…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *